“C’è qualcosa di blasfemo nel discettare sulla grande perfezione del Buddhismo inteso come filosofia, o nell’insegnarlo senza conoscerne la vera essenza”
Sebbene in questo paese siano in molti a interessarsi di Buddhismo, pochi s’interessano della sua forma pura. Per la maggior parte sono solo interessati allo studio dell’insegnamento o della filosofia Buddhista.
Confrontandolo con altre religioni, possono apprezzare quanto sia soddisfacente il Buddhismo dal punto di vista intellettuale. Ma il punto è se il Buddhismo sia profondo, valido o perfetto dal punto di vista filosofico. Il nostro intento è quello di mantenere la nostra pratica nella sua pura forma. A volte sento che c’è qualcosa di blasfemo nel discettare sulla grande perfezione del Buddhismo inteso come filosofia, o nell’insegnarlo senza conoscerne la vera essenza.
Praticare zazen in gruppo costituisce per il Buddhismo – e per noi – la cosa più importante, perché tale pratica è il sistema di vita originario. Se non conosciamo l’origine delle cose non possiamo apprezzare il risultato dello sforzo della nostra attività.
La pratica dello zazen è quella in cui recuperiamo il nostro puro sistema di vita, al di là di qualsiasi idea di qualsiasi idea di conseguimento, al di là della fama e del profitto. In virtù della pratica noi conserviamo semplicemente la nostra natura originaria così com’è.
Nello zendo (il luogo di pratica) non c’è spazio per capricci o fantasticherie. Arriviamo e ci sediamo in meditazione: tutto qui. Dopo aver comunicato fra noi torniamo a casa e recuperiamo la nostra attività di tutti i giorni come una prosecuzione della nostra pura pratica.
Comunque sia, si tratta di qualcosa di meraviglioso, e anche se non ci mettiamo a studiare che cos’è dal punto di vista intellettuale, anche se non abbiamo né cattedrali né fronzoli fantastici, è possibile apprezzare la nostra natura originaria. Ciò è, a mio avviso, molto insolito.
Mente Zen mente di principiante – Maestro Shunryu Suzuki Roshi